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RICOGNIZIONE TEMATICA


 
SINTESI DELLA RICOGNIZIONE TEMATICA

PREMESSA

Tanti oggi parlano di giustizia sociale e di sostenibilità ambientale, di impegno per il clima, di tutela del territorio, di nuovi modelli economici, ma troppo spesso queste dichiarazioni rimangono mere enunciazioni. Nei fatti, le azioni politiche sono spesso prive della necessaria lungimiranza e si concentrano troppo sulla ricerca di un profitto immediato, su interessi di parte, su ambizioni personali e sulla preservazione dei privilegi dei pochi, a discapito della collettività.

Non possiamo più permetterci questo approccio miope. Il disagio sociale e le disuguaglianze sono ancora troppo rilevanti anche nella nostra piccola regione. La crisi ambientale non è più una minaccia futura: è una realtà che stiamo già vivendo. I disastri connessi ai cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, l’inquinamento delle nostre acque e terre richiedono risposte incisive. Occorre una politica lungimirante, generosa e coerente, capace di mettere al centro il bene comune e di lavorare per un futuro sostenibile e giusto per tutti. E' il momento di scelte chiare, di un impegno reale che metta l’ambiente e la giustizia sociale al centro di ogni decisione. 

La Valle d'Aosta con la sua Autonomia, le sue risorse, la sua peculiarità territoriale e la sua vocazione alpina ha le potenzialità per diventare una realtà virtuosa di sostenibilità, innovazione e giustizia sociale. ma questo richiede una svolta radicale nel modo di agire e nelle priorità politiche. Serve la passione e la determinazione di unire le energie, mettere da parte gli interessi particolari e costruire insieme una Valle d’Aosta migliore per tutti.

 

PARTE PRIMA. ECONOMIA-LAVORO

 

1. ECONOMIA CIRCOLARE 

 

I principi dell'economia circolare, del riciclo e riuso dei materiali e prodotti esistenti, nonché della produzione di prodotti agricoli e alimentari a chilometri zero, o comunque a filiera corta, possono e debbono avere una grande diffusione in Valle d'Aosta. L'intera regione può diventare un “Distretto di economia circolare alpina” sviluppando un modello economico che riceverebbe attenzione e sostegni anche a livello europeo e offrirebbe nuove opportunità lavorative, rivolte in particolare ai giovani.

2. AGRICOLTURA RIGENERATIVA

L'agricoltura e l'allevamento hanno un ruolo fondamentale per una Valle d'Aosta con un'economia equilibrata ed in grado di produrre una quota consistente del fabbisogno alimentare locale. Occorre puntare soprattutto sulla qualità dei prodotti e favorire lo sviluppo di una agricoltura “rigenerativa” che oltre alla produzione si preoccupi della salute del suolo, di preservare la biodiversità, di favorire il mantenimento di saperi tradizionali. Tradizione, ma anche innovazione, perché tecnologie di precisione possono ottimizzare l'uso delle risorse naturali e consentire una corretta gestione delle risorse idriche e dei bacini di raccolta di acque che stanno diventando una componente necessaria per l'attività agricola.                                                                                                                 Un ruolo ancor più rilevante deve avere l'Institut Agricole Régional per la formazione dei giovani agricoltori e allevatori, con un focus robusto su pratiche biologiche e rigenerative e sull'uso di tecnologie innovative. E' bene che si superi l'attuale carattere privatistico dell'Institut trasformandolo a tutti gli effetti in una scuola pubblica.

3. TURISMO SOSTENIBILE.

Il turismo ha un ruolo molto rilevante dell'economia valdostana, ma ha il difetto di essere ancora troppo legato a modelli stagionali e ad alto impatto ambientale. Il settore deve fare i conti con il cambiamento climatico in corso che indurrà nei prossimi anni e decenni a notevoli modificazioni nei comportamenti. E' probabile che lo sci, pur rimanendo un'importante attività turistica, ricreativa e sportiva, diventerà praticabile solo in alte quote e non potrà più essere considerato il fattore trainante, mentre crescerà la domanda di turismo storico-culturale, naturalistico ed enogastronomico. La tutela/valorizzazione del patrimonio storico-culturale, con particolare attenzione ai siti e beni preistorici, celtici, romani e medievali deve poter contare su maggiori risorse pubbliche. Eccellenze come il Forte di Bard, il Parco megalitico di Aosta, il sistema dei Castelli, la cinta muraria di Aosta romana devono poter svolgere un ruolo rilevante. La sentieristica, i percorsi pedonali di Alta e Media montagna e quelli di valenza storica come la via Francigena richiedono una particolare attenzione. L'alpinismo, che in Valle ha un solido e storico ruolo, va sorretto con investimenti significativi sul sistema dei rifugi e dei bivacchi di alta montagna. Le attività outdoor come mountain bike e rafting hanno un ruolo interessante perché sono molto attrattive per sportivi e turisti sensibili alla tutela ambientale.

4. INDUSTRIA, EDILIZIA E ARTIGIANATO

L'industria è un settore in cui ci sono delle criticità, ma è comunque stato e continua ad essere nevralgico per l'intera economia regionale. Sono presenti anche alcuni segnali incoraggianti con l'insediamento, soprattutto in Bassa Valle, di alcune aziende fortemente innovative. Bisogna sostenere i percorsi di ricerca di qualità e di innovazione con un supporto rispetto alla formazione del personale e agli investimenti per la sicurezza e sulla informazione riguardo alla sicurezza. Va curata la sinergia fra piccole e medie aziende industriale e l'articolato settore artigianale; nel campo dell'edilizia occorre incentivare le attività che puntano sul recupero degli edifici e sulla loro riqualificazione energetica. Sarebbe utile la costruzione di un “Osservatorio regionale sulle attività produttive” quale strumento per valutare l'andamento dell'intero settore e l'efficacia degli interventi regionali. 

5. DECARBONIZZARE LA COGNE ACCIAI SPECIALI

La Cogne Acciai Speciali ha svolto e svolge un ruolo importante in Valle d'Aosta sia sotto l'aspetto economico (è la principale azienda esportatrice di prodotti), sia per l'aspetto occupazionale. E' un'azienda che sta facendo dei passi avanti anche per la riqualificazione dei consumi energetici ed il contenimento delle emissioni climalteranti, ma deve ora affrontare la sfida della decarbonizzazione complessiva della sua attività. Attualmente ogni anno la Cogne consuma oltre 600.000 MWh di energia di cui il 61% è generato dall'utilizzo della fonte fossile metano. L'attuale progetto di produzione e utilizzo di idrogeno verde è meritorio, ma troppo limitato, coprirebbe infatti soltanto il 2% circa dei consumi di metano. E' evidente che siamo lontani dall'obiettivo Fossil Fuel Free entro il 2040 a cui anche la Cas si deve attenere. Occorre quindi programmare un sensibile incremento di produzione ed utilizzo di idrogeno verde e un deciso intervento per installare impianti fotovoltaici su tutte le superfici utili dello stabilimento.  

6. SALARIO

L'introduzione anche in Italia del principio del salario minimo che già esiste in numerosi Paesi europei è da perseguire a livello nazionale,. Tuttavia anche la Regione  può operare in tale direzione . Per quanto riguarda  gli appalti della Regione, degli Enti regionali e delle società controllate dalla Regione – soprattutto per affidamenti ad alta intensità di mano d’opera e anche al di sotto delle soglie comunitarie – è opportuno introdurre una norma regionale per un salario minimo non inferiore  ai 10 euro lordi l'ora, indicizzati al costo della vita.

 

7. INNOVAZIONE E NUOVE TECNOLOGIE 

La Pubblica Amministrazione e le piccole e medie imprese (PMI) spesso non dispongono di competenze e strumenti sufficienti per adottare e integrare nuove tecnologie, accedere ai finanziamenti europei, gestire progetti complessi. Questa carenza limita la capacità del territorio di attrarre risorse economiche fondamentali per l'innovazione e la sostenibilità. La proposta è di istituire un “Centro Innovazione e Tecnologie per la Valle d’Aosta” (CIT-VdA), un organismo che svolge attività di ricerca e consulenza; supporta la pubblica amministrazione per integrare le tecnologie nei processi decisionali e operativi; organizza percorsi formativi; svolge attività di monitoraggio e valutazione. I campi di applicazione possono essere numerosi: monitoraggio ambientale (anche con uso di droni); telemedicina; sistemi intelligenti di gestione della mobilità; controllo dell'efficienza energetica degli edifici pubblici; semplificazione legislativa con l'aiuto anche dell'intelligenza artificiale, ecc.

 

PARTE SECONDA. CLIMA, ENERGIA, TRASPORTI

8. CONTRASTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il 2024 è stato l'anno più caldo da quando è iniziata la registrazione dei dati. In Italia, e quindi anche in Valle d'Aosta, si sono verificati ben 251 avvenimenti meteo estremi con danni enormi. La Valle d'Aosta può e deve dare il suo contributo fattivo al contrasto al cambiamento climatico perseguendo con determinazione l'obiettivo dell'abbandono dell'utilizzo di combustibili fossili entro il 2024, come previsto dall'Ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale del 18 dicembre 2019 e dalla Road Map per una Valle d'Aosta Fossil Fuel Free approvata dalla Giunta regionale il 22 febbraio 2021. Occorre investire nelle energie rinnovabili, nell'efficientamento energetico, nella riduzione di consumi. Una complessiva riconversione nell'utilizzo delle risorse energetiche deve riguardare in particolare il settore edile, i trasporti, l'industria.

9.  AUTONOMIA ENERGETICA DA FONTI RINNOVABILI

La Valle d'Aosta ha un enorme potenziale per la produzione di energia rinnovabile in particolare idroelettrico e anche solare, ma quest'ultimo non è ancora adeguatamente utilizzato. Inoltre pur essendo già ora una grande produttrice di energia, tramite le centrali idroelettriche, attualmente la maggioranza dei consumi regionali in tutti i tre principali settori (edilizia, trasporto e industria) si basa sull'utilizzo di prodotti fossili (metano, diesel, benzina). E' necessario quindi realizzare una transizione energetica ed ecologica utilizzando sempre più soltanto fonti energetiche pulite e rinnovabili. In questa direzione fondamentale è l'apporto del fotovoltaico che va utilizzato in modo diffuso, installando impianti su tutte le coperture con una buona esposizione solare. Un buon contributo può venire dalle Comunità di Energia Rinnovabile (Cer) che rappresentano una notevole innovazione nel modo di produrre e condividere energia. Fondamentale è il ruolo della Compagnia Valdostana delle Acque (CVA) che deve essere concepita come strumento della politica energetica regionale per la transizione ecologica della Valle d'Aosta e non come società a scopo di profitto che opera sul mercato nazionale.

10. MOBILITA' SOSTENIBILE

Le politiche regionali attuali, come quelle delineate nel Piano Regionale dei Trasporti 2024-2035 (PRT), mostrano gravi incoerenze rispetto all'obiettivo di una mobilità sostenibile e promuovono progetti che vanno in direzione opposta. È necessario cambiare radicalmente rotta. Bisogna puntare ad un forte potenziamento del trasporto pubblico e collettivo al fine di realizzare un servizio esteso, diffuso su tutta la Valle e con una buona frequenza. Servizio effettuato con mezzi elettrici. L'elettrificazione della tratta Ivrea-Aosta è un buon passo avanti e l'ammodernamento del servizio ferroviario va proseguito con il raddoppio della tratta Chivasso-Ivrea e la realizzazione di alcuni tratti di raddoppio selettivo in Valle d'Aosta. La tratta Aosta-Pré-Saint-Didier deve essere riattivata, ammodernata ed elettrificata. Occorre sostenere la diffusione delle auto elettriche con incentivi regionali e anche con una più capillare diffusione dei punti di ricarica. Il trenino Cogne-Pila va recuperato e rilanciato per un utilizzo turistico e come servizio di emergenza. Il trasporto merci attraverso le Alpi deve avvenire sempre più su ferrovia, il transito dei Tir attraverso la Valle d'Aosta va drasticamente diminuito riducendo una fonte di pericolo, congestionamento ed inquinamento ed evitando di raddoppiare il Traforo stradale del Monte Bianco. Del tutto incoerente rispetto ad un principio di mobilità sostenibile è il progetto di raddoppio di un tratto autostradale in Bassa Valle per agevolare il deflusso del traffico nella tratta fra Châtillon ed il confine regionale in alcune giornate di grande rientro. Il progetto di Aeroporto commerciale si è rilevato impraticabile ed è da abbandonare definitivamente riconvertendo l'infrastruttura ad un centro per il volo turistico e sportivo, per l'importante attività di soccorso e di protezione civile, come base per l'utilizzo di droni, tutte attività che meglio si conciliano con la natura alpina della nostra regione.

 

PARTE TERZA.  TERRITORIO 

11. AMBIENTE NATURALE

L'ambiente naturale è una grande ricchezza del territorio valdostano da tutelare e valorizzare.  Le montagne, i ghiacciai, il paesaggio alpino, i pascoli, i prati, i boschi, i vigneti, i corsi d'acqua e i laghi alpini sono un patrimonio di inestimabile valore., Il Parco nazionale del Gran Paradiso, il Parco regionale del Mont Avic, le Riserve naturali, la Rete Natura 2000 devono essere oggetto di una tutela esemplare e di cui va valorizzata la fruizione didattica, scientifica e turistica. La fauna selvatica è una risorsa biologica che bisogna proteggere restringendo fortemente l'ambito della caccia e delle specie cacciabili. Nuovi collegamenti stradali intervallivi, come quello del Col Ranzola o quello fra la Valsavarenche e Ceresole Reale, non sono concepibili. Il vallone di Cime Bianche, che ha mantenuto intatta la sua bellezza naturale, va valorizzato come Parco naturale/storico/geologico ben gestito e salvaguardato rispetto al progetto  di assurdo collegamento funiviario fra Ayas ed il Breuil, che lo attraverserebbe e deturperebbe in tutta la sua lunghezza.

12. CASA E URBANISTICA

In Valle d'Aosta, anche per la sua rilevanza turistica e la presenza di molte seconde case, il patrimonio abitativo a disposizione di chi cerca locazioni in affitto è molto esiguo. L'Azienda Regionale per l'Edilizia Residenziale (Arer) gestisce un patrimonio di alloggi importante, ma insufficiente a far fronte al fabbisogno.  Accrescere la disponibilità di abitazioni da affittare a prezzi contenuti è una esigenza fondamentale per far fronte alla richiesta di giovani, di famiglie e di lavoratori a basso reddito. Una riflessione va fatta anche  sul fenomeno, in grande  espansione in una regione turistica come la nostra,  degli affitti brevi per evitare  un aggravamento del problema di carenza di alloggi  in affitto.   Occorre soprattutto programmare e realizzare un Piano di recupero architettonico, urbanistico ed energetico del costruito, fermando il consumo di suolo e ampliando il patrimonio di edilizia pubblica agevolata. Evitare quindi nuove costruzioni, puntare sul pieno recupero del patrimonio edilizio esistente.                                                                                                         Contestualmente per quanto riguarda la normativa urbanistica è urgente una revisione della cosiddetta “Legge casa” del 2009 e successive modificazioni, che consente demolizioni e ricostruzioni con eccessivi ampliamenti volumetrici. Il recente caso del The Stone al Breuil è noto, ma ci sono progetti fuori scala e con impatti inaccettabili anche in numerosi altri Comuni. 

 

13. GESTIONE DEI RIFIUTI

 

Come noto, negli ultimi decenni del Novecento si è pensato di affrontare il problema della crescente quantità di rifiuti nella nuova realtà della società dei consumi, creando una grande discarica regionale per i rifiuti urbani e numerose discariche comunali per gli inerti. Quella scelta politica ha avuto una svolta del 2012 quando, di fronte alla proposta di costruire un inceneritore in Valle d'Aosta, un referendum popolare ha detto chiaramente di no e, a quel punto, anche la politica regionale ha dovuto puntare sulle tre R, raccolta differenziata, recupero e riuso, e iniziare a parlare di una politica di gestione dei rifiuti finalizzata al “rifiuto zero”. E' stata una scelta opportuna ed è una decisione irreversibile. Il Piano Regionale di Gestione dei rifiuti 2022-2026 contiene uno scenario per i rifiuti urbani che prevede di arrivare al 65% di recupero di materia e all'80% di raccolta differenziata. Alla fine del 2023 la percentuale di raccolta differenziata a livello regionale era del 69%, mentre non è ben definita la percentuale di recupero di materia. E necessario andare rapidamente oltre tali percentuali e l'incremento della raccolta differenziata e del recupero di materia deve essere accompagnato da una riorganizzazione del sistema, arrivando ad un unico Ambito Territoriale Ottimale (Ato), invece degli attuali 5, e ad una applicazione della tariffa puntuale che incentivi veramente chi fa la raccolta differenziata in modo corretto. In attesa di creare l'Ato unico, la tariffazione deve ora tener conto delle differenze tra le varie realtà e premiare i Sub Ato più virtuosi. Occorre inoltre rafforzare il sistema dei controlli e delle sanzioni e puntare sulla formazione di una rete diffusa di guardie ecologiche che supportino il lavoro di vigili e guardie forestali.                                                                                                                                Per quanto riguarda le discariche di “inerti”, di cui attualmente la maggior parte non è in regola con le nuove normative, occorre provvedere ad una loro razionale riorganizzazione, non solo di intesa con le amministrazioni comunali, ma anche coinvolgendo direttamente le comunità interessate dalla loro ubicazione. Da tenere in seria considerazione la possibilità di avere una gestione pubblica regionale del sistema delle discariche di inerti. La discarica di Pompiod non può essere considerata "strategica" per il deposito di inerti, visto l'uso pregresso che ne è stato fatto, che non è stata sottoposta a bonifiche e che il territorio circostante non reggerebbe un ulteriore impatto. 

 

14. CICLO DELL'ACQUA E RISORSE IDRICHE

L'acqua è un bene primario per l'umanità e in Valle d'Aosta è anche un elemento essenziale del territorio, della sua bellezza paesistica e della sua attrattività.  La Regione Valle d'Aosta è in forte ritardo nella definizione di regole per la salvaguardia di questo bene comune. Sono stati fatti studi ed elaborazioni per un organico Piano regionale di Tutela delle acque, ma questo Piano non è mai approdato all'esame e al voto del Consiglio regionale. E' una lacuna che occorre colmare senza ulteriori rinvii.  Per quanto riguarda l'attività della SEV (Services des Eaux Valdotaines ), che gestisce il servizio idrico integrato e un po' alla volta sostituirà il servizio fornito dai Comuni, ci sono vari aspetti che vanno monitorati con attenzione, in particolare comunicazione e  trasparenza nei confronti degli utenti, tariffe, manutenzioni, potenziamento e integrazione dei vari acquedotti. Un'attività che non deve essere finalizzata al profitto, ma a fornire un servizio reale a tutta la comunità.

15. BENI COMUNI

I beni comuni sono quei beni che “se arricchiti arricchiscono tutti, se impoveriti impoveriscono tutti”. L’esser “comune” di un bene non dipende da una scelta del legislatore, bensì dalla scelta di una comunità, che individua un bene di proprietà pubblica o privata e, con il consenso del proprietario, se ne prende cura con la stessa attenzione con cui i membri di quella comunità normalmente si prendono cura dei propri beni.  In Valle d’Aosta,  nei vecchi assetti di villaggio, la cosiddetta proprietà privata rappresentava in effetti soltanto un’eccezione ai beni comuni ed era garantita a seconda dei bisogni variabili.  Parliamo dei pascoli dei sistemi irrigui, delle foreste. Se l’acqua, l’aria, la salute, sono trattati come bene comune, l’obiettivo principale è risparmiarne il massimo possibile, non ammalarsi, restare sani, interessi che non coincidono con le logiche di mercato che puntano a massimizzare la quantità venduta e gli investimenti.  In Valle d’Aosta, facendo tesoro delle esperienze passate occorre investire nel recupero dell’eco-alfabetizzazione delle comunità con l’obiettivo di avviare ed estendere le modalità di gestione dei beni comuni ovvero di qualsiasi cosa che la comunità riconosca tale da soddisfare un bisogno reale fondamentale, al di fuori dello scambio di mercato, parliamo di  immobili di proprietà pubblica o privata nonprofit, stazioni, caserme, scuole, biblioteche, piazze, parchi, giardini, sentieri. 

 

PARTE QUARTA. FORMAZIONE, EDUCAZIONE, UNIVERSITA'. 

16. SCUOLA

In Valle d’Aosta come e più che nel resto del Paese i giovani sono pochi e quindi preziosi, ma anche molto fragili; più che mai investire su di loro e sul loro benessere vuol dire investire sul futuro, della comunità tutta. A fronte di una sempre maggiore difficoltà delle famiglie ad assicurare il processo educativo, il calo demografico attuale può essere l’occasione per rafforzare l'azione per la crescita di bambini e ragazzi nella scuola dell'obbligo. Anche il problema del precariato docente oggi si innesta sul calo demografico: meno alunni ma anche necessità di insegnanti preparati che possano investire nella loro professione, richiede che la scuola valdostana si indirizzi verso un deciso lavoro di "manutenzione", a partire dalla scuola dell'infanzia. La fascia 3-6 va mantenuta all'interno del contesto scuola e occorre diminuire il numero degli alunni per classe ad un massimo di 15, garantendo una migliore gestione da parte dei docenti della complessità dei bambini e delle bambine di oggi e dell'azione educativa. Vanno riesaminati i curricoli in particolare della scuola dell'obbligo, sia per quanto riguarda le discipline sia per le numerose "educazioni" sempre più richieste alla scuola, che non può essere costantemente spremuta per dare risposte sociali che atterrebbero ad altri soggetti. Nelle secondarie superiori occorre combattere la dispersione scolastica (il 14% nel 2023, due punti percentuali in più della media italiana) e puntare a sviluppare competenze e maturazione realmente corrispondenti ai titoli di studio raggiunti. Vogliamo modelli scolastici nuovi, soprattutto nell’ambito professionale, ora come ora lasciato in mano alle scuole paritarie. Va affrontato il nodo della formazione dei docenti e dare spazio ad una contrattazione di secondo livello che consenta di trovare tempi e spazi per la formazione in orario di servizio, implementando gli organici. Serve collaborazione più sistematica con figure professionali diverse da quelle degli insegnanti (psicologici, orientatori). Ricordiamo che la scuola è presidio del territorio. In quest’ottica è fondamentale mantenere attivo il polo periferico della Bassa Valle dove si scontano errori decennali, anche se negli ultimi anni vi è stata maggiore attenzione. Anche in questo caso serve la capacità di pensare a nuove “architetture” nell’articolazione dei corsi.                                                                                     Sul versante del diritto allo studio occorre istituire nuove forme di sostegno allo studio (bandi, borse, premi, fin dalla scuola media) per studenti provenienti da famiglie a basso reddito al fine di limitare l’abbandono e garantire ai privi di mezzi di raggiungere i gradi più alti degli studi

17. FORMAZIONE CONTINUA E UNIVERSITA'

La domanda di istruzione e di formazione non riguarda solo i giovani in età scolastica, ma è una esigenza diffusa anche fra gli adulti e gli anziani. In particolare c'è richiesta di maggiori competenze tecnologiche e digitali, senza le quali ci sono evidenti limiti all'accesso ai servizi pubblici e aumenta il rischio di isolamento sociale. Importante e da rafforzare è il ruolo del Centro Regionale per l'Istruzione degli Adulti (CRIA) . Maggiore sostegno pubblico va dato a realtà come L'Università della Terza età che da decenni costituisce una solida e partecipata realtà formativa.                                 Quanto all'Università della Valle d'Aosta occorre potenziarne l’offerta formativa e svilupparne l’attrattività puntando su due aspetti: - una componente di formazione generalista per consentire alla popolazione valdostana l'accesso ad alti livelli di istruzione – una componente di specializzazione, sia per attirare studenti e ricercatori da fuori Valle, sia per essere utile al territorio, in particolare con specializzazioni scientifiche legate alla montagna, all'ambiente, al turismo e alle attivotà produttive. 

18. EDUCAZIONE CIVICA, ANTIMAFIA, ANTIFASCISMO

La scuola deve anche contribuire a creare cittadini consapevoli delle dinamiche sociali, pronti a svolgere azioni positive. Partecipare ad iniziative di sensibilizzazione ambientali e sociali, realizzando azioni locali esemplari accresce la fiducia dei giovani sulle proprie possibilità di intervenire per contribuire al benessere collettivo.                                                                                                               L'impegno contro i comportamenti mafiosi è quanto mai necessario e l'Osservatorio regionale antimafia va potenziato e modificato nella sua composizione in modo da accrescere la presenza della componente associativa.                                                           Il contrasto al fascismo e alla cultura che lo ha ispirato e lo ispira è elemento fondamentale di una società democratica. Non è accettabile il tentativo di rivalutazione di personaggi e momenti della storia fascista e la banalizzazione della Resistenza da cui è nata la Costituzione repubblicana e la società in cui viviamo. Il ruolo dell'Istituto storico della Resistenza e della Società contemporanea deve essere potenziato e occorre incrementare i momenti di informazione e formazione con la presenza di personalità antifasciste.  

PARTE QUINTA -SANITA' E POLITICHE SOCIALI 

19. SANITA'

Un efficiente servizio sanitario pubblico è un'esigenza imprescindibile per tutta la comunità. Oggi, nonostante il lodevole impegno di tanti operatori, ci sono varie criticità che provocano un diffuso disagio fra la popolazione. Per disegnare un futuro positivo occorre anzitutto migliorare l'organizzazione complessiva dell'USL e arrivare ad un consistente incremento del personale medico, infermieristico e tecnico.                  Sotto l'aspetto organizzativo ci sono responsabilità politiche evidenti. L'Assessorato alla Sanità, Salute e Politiche sociali ha cambiato troppi Assessori e troppi Dirigenti in questi anni. Poca continuità, poca competenza, scarsa visione del futuro, nessuna co-programmazione con il Terzo settore, un sistema degli appalti sclerotizzato sul passato.                            Per quanto riguarda la carenza di personale occorre operare in varie direzioni con incentivi salariali e nopn solo, eliminando barriere che dissuadono personale medico a venire in Valle d'Aosta. Un importante sforzo va fatto per incrementare gli iscritti al corso universitario di infermieristica. La proposta è che la Regione contribuisca in maniera significativa ed incentivante al mantenimento agli studi per tre anni chi si iscrive a tale corso universitario.

20. POLITICHE SOCIALI

Esiste un vasto campo di azione che sta fra il sanitario ed il sociale che occorre presidiare con una vasta gamma di azioni e misure: 

-aumentare presidi territoriali quali i consultori, i centri di ascolto ed accoglienza, i servizi di salute mentale, i centri per la cura dei disturbi alimentari e il Servizio per le Dipendenze (Serd);

-riorganizzare i servizi per gli anziani anche con un incremento del numero di OSS e infermieri che operano nelle strutture e sul territorio, e ampliare l'assistenza domiciliare;

-attivare uno sportello di supporto psicologico di emergenza rivolto ai pazienti e ai loro familiari, in grado di operare in ospedale, ma anche nei presidi territoriali, per andare incontro alla solitudine e indirizzare le persone verso gli uffici e i servizi competenti (gestito da psicologi, educatori e operatori socio-sanitari);

-rafforzare le azioni di screening sanitari periodici per le fasce più a rischio (anziani, bambini e lavoratori esposti a condizioni critiche) per individuare precocemente eventuali problematiche di salute.                                                                                                            Occorre inoltre gestire le politiche sociali con sensibilità e atteggiamenti nuovi, in un'ottica di superamento del puro assistenzialismo per mettere al centro delle azioni la persona, i suoi desideri, la sua capacità di valutazione e di scelta.

 

PARTE VI. CONTRASTO ALLA POVERTA', DIRITTI, PARI OPPORTUNITA'.

21. CONTRASTO ALLA POVERTA'

I dati sullo stato di povertà di una parte significativa della popolazione valdostana permangono preoccupanti e parallelamente aumenta il costo della vita per beni di prima necessità quali la casa, l'alimentazione e il riscaldamento. Occorre intervenire in modo complessivo e possibilmente strutturale: - migliorare l'utilizzo di ammortizzatori sociali come i contributi per gli affitti e per le spese energetiche di nuclei familiari a basso reddito; -introdurre un reddito regionale di autonomia o di inclusione per chiunque viva sotto la soglia di povertà; -ampliare, in collaborazione con le cooperative sociali, programmi con attività socialmente utili per persone in grave difficoltà  e per l'inserimento lavorativo di giovani.   

 

22. DIRITTI CIVILI E UMANI

Occorre promuovere una cultura di contrasto alle discriminazioni sessiste ed omofobe ed inoltre porre maggiore attenzione a temi spesso trascurati quali le condizioni dei migranti e dei detenuti.  A tal fine è opportuno:

-Accrescere l’informazione e la formazione rispetto alle discriminazioni e sostenere le associazioni che sul territorio operano in questo settore.

- Prevedere alloggi protetti e garanzia di diritti per le persone LGBTQI+ che siano state allontanate dalle proprie case e famiglie a causa della loro identità di genere o del loro orientamento sessuale.

- Riaprire il “Servizio migranti” e avviare progetti di accoglienza per titolari di protezione internazionale e minori stranieri non accompagnati, in collaborazione con i Comuni. 

Per quanto riguarda i diritti dei detenuti della Casa circondariale di Brissogne occorre fornire una maggiore assistenza sotto l'aspetto medico e psicologico, garantire la possibilità di corsi di istruzione nel carcere, dare piena attuazione al Piano di azione regionale triennale per la realizzazione di interventi e servizi per il reinserimento sociale delle persone sottoposte a provvedimenti privativi o limitativi della libertà personale.

 

 

23. DALLA PARTE DELLE DONNE

 

Per contrastare la violenza di genere occorre:

-potenziare, finanziare e diffondere i Centri Antiviolenza sul territorio valdostano;

-prevedere alloggi riservati alle donne vittime di violenza, sole o con figli, all'uscita dalla struttura protetta, per facilitare l'indipendenza dal maltrattante e sostenerne l'autonomia.

-continuare a rafforzare la rete di aiuto alle vittime, soprattutto attraverso la continua formazione degli operatori/trici che vi lavorano;

-attivare un servizio specifico di trattamento dei maltrattanti soprattutto nell’ottica di evitare le recidive;

-coordinare e concretizzare le iniziative di prevenzione, partendo soprattutto dalla formazione degli educatori/trici che sono a contatto con le giovani generazioni ma anche con iniziative di informazione/formazione sul territorio per i genitori e gli adulti di riferimento (volontariato, sport, biblioteche, oratori ecc..);

-impedire azioni di propaganda nei luoghi pubblici deputati alla salute da parte di soggetti privati antiabortisti;

-coinvolgere l’Università per la formazione degli educatori nelle scuole (dagli asili alle superiori) perché l’educazione alla non violenza non sia solo episodica ma radicata nel percorso scolastico

-inserire, a partire della scuola primaria, l'educazione all'affettività anche in un'ottica di prevenzione della violenza legata all'appartenenza di genere.

Per la genitorialità devono essere implementati i servizi per la prima infanzia e per il tempo delle vacanze scolastiche, facendo soprattutto in modo che i vari servizi siano uguali su tutto il territorio regionale. E' opportuno inoltre attivareservizi alla persona a domicilio per favorire la conciliazione dei tempi casa / lavoro per ridurre il fenomeno dell'abbandono del posto di lavoro

Per sostenere il lavoro femminile occorre:

-adeguare i servizi dell’impiego soprattutto per l’inserimento e o reinserimento dei soggetti deboli nel mondo del lavoro (donne che hanno subito violenza, donne che hanno lasciato il lavoro dopo la gravidanza ecc..) con una formazione specifica sulla parità di genere

-coinvolgere il mondo imprenditoriale nella certificazione di parità con finanziamenti appositi, anche per formazione rivolta al personale femminile.

-fare un modo che in tutto il comparto unico le proposte di formazione e aggiornamento siano organizzate per favorire la presenza femminile. 

 

24. DALLA PARTE DEI GIOVANI.
Occorre un'azione coordinata  per :
1) sviluppare una coscienza civica, collaborare con Libera, portarla nelle scuole;

2) promuovere forme di partecipazione alla vita democratica locale, incoraggiando il protagonismo dei giovani;

3) migliorare i servizi pubblici (trasporti per studenti pendolari);

4) valorizzare i giovani artisti emergenti con mostre ad hoc e la possibilità di esibirsi,  creando percorsi in cui non solo questi possano essere conosciuti e apprezzati dalla comunità, ma anche scambiarsi idee e aumentare il nostro patrimonio culturale. (Vedasi cittadella);

5) la Regione e i Comuni, in collaborazione anche con altri Enti pubblici, devono ompegnarsi a creare, sostenere e promuovere iniziative efficaci nella formazione, al fine di agevolare la qualificazione e la riqualificazione di giovani ed adulti, sia occupati che privi di occupazione;

6) avere più spazi pubblici aperti e accessibili per non relegare la vita giovanile nei locali privati; mantenere aperti gli edifici pubblici come le scuole anche oltre l’orario scolastico

7) creare un termometro civico a livello regionale e del Comune di Aosta che sia strumento di registrazione di valutazioni e orientamento di scelte;  

8) migliorare sportelli contro tossicodipendenza, depressione, alcolismo ecc ecc. Migliorare l'accesso alle cure mentali;
9.  promuovere una competente educazione all’affettivita nelle scuole nella consapevolezza che solo l’educazione permette di abbattere discriminazioni e violenze.

 

 

PARTE VII. AUTONOMIA E DEMOCRAZIA

 

25. AUTONOMIA 

Nonostante la sua piccola dimensione e la limitata popolazione, la Valle d’Aosta è una regione che ha caratteristiche del tutto particolari e grandi opportunità, una diversità significativa non solo rispetto alle altre Regioni italiane, ma anche a quelle di molti Paesi europei. E' infatti una Regione che ha uno Statuto speciale di Autonomia, che consente alla popolazione valdostana di nominare organi di autogoverno regionale con un ampio potere legislativo e amministrativo, e gode di risorse economiche e finanziarie notevoli. La possibilità di autogoverno va esercitata con grande trasparenza e senso di responsabilità, incoraggiando la partecipazione popolare alle discussioni e alle scelte politiche,che attualmente viene spesso vissuta con fastidio.  

L'intera comunità va coinvolta nelle decisioni più importanti. Per questo accanto a regole elettorali che consentano stabilità ed efficace azione di governo vanno previsti importanti e incisivi strumenti di democrazia diretta e di sovranità popolare.

26. UNA VERA DEMOCRAZIA

Per creare una Valle d'Aosta veramente democratica occorre incentivare la partecipazione dei cittadini e dare loro la possibilità e responsabilità di compiere le scelte più importanti. Ci sono già degli esempi emblematici di come l'azione dei cittadini abbia determinato svolte profonde e positive nella politica valdostana. Due sono particolarmente significativi: -la proposta di legge di iniziativa popolare che ha portato al referendum contro l'inceneritore nel 2012; - la proposta di legge di iniziativa popolare approvata da tutto il Consiglio regionale nel 2016 che ha cambiato la politica ferroviaria in Valle e consentito che si arrivi ora all'elettrificazione della ferrovia Ivrea-Aosta. Il protagonismo popolare ha cambiato radicalmente scelte e orientamenti della maggioranza del Consiglio regionale. Istituti di partecipazione e di democrazia diretta come le Petizioni popolari, le Proposte di legge di iniziativa popolare, i Referendum propositivi, abrogativi e consultivi sono strumenti che vanno non solo mantenuti, ma migliorati e resi ancor più incisivi.                                                                              L'impegno politico è un valore e va sostenuto e favorito anche con servizi reali, tipo disponibilità di sale e luoghi per riunioni pubbliche, mentre va contrastata la ricerca di privilegi e vanno eliminate eccessi ed  anomalie negli emolumenti percepiti da alcuni amminisrori pubblici ed anche di enti regionali e società controllate dalla Regione. Occorre dare più servizi e opportunità alla attività politica e  richiedere maggiore sobrietà in stipendi e emolumenti.

CONCLUSIONE

La ricognizione tematica che abbiamo condotto, che non pretende di essere esaustiva, ha permesso di individuare 24 punti che rappresentano una base per un'azione comune nella società valdostana.  Per costruire insieme un'alternativa alle destre e al sistema di potere degli unionisti. Al centro delle proposte ci sono i due temi dell'ambientalismo e della giustizia sociale, temi che possono unire in una azione condivisa un'area vasta di persone, associazioni, comitati e gruppi politici.

E' nostra intenzione avviare un confronto aperto su questa base comune coinvolgendo centinaia di persone che possono dare il loro contributo. 

Crediamo nella partecipazione, nel confronto, nella capacità di ascolto reciproco.

Crediamo nell'importanza e nella priorità dei contenuti e dei programmi.

Crediamo che la ricerca di unità sia un valore.

Vogliamo fare un percorso partecipato che porti ad una piattaforma condivisa ed unitaria per cambiare e migliorare la società valdostana.


Scrivici le tue preziose considerazioni 
mail: piattaformavda@gmail.com

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Sommario

  SOMMARIO DELLA  SINTESI DELLA RICOGNIZIONE TEMATICA   PREMESSA   PARTE PRIMA . ECONOMIA, LAVORO   ECONOMIA CIRCOLARE  AGRICOLTURA RIGENERATIVA TURISMO SOSTENIBILE INDUSTRIA, EDILIZIA E ARTIGIANATO DECARBONIZZARE LA COGNE ACCIAI SPECIALI SALARIO INNOVAZIONE E NUOVE TECNOLOGIE PARTE SECONDA . CLIMA, ENERGIA, TRASPORTI CONTRASTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO AUTONOMIA ENERGETICA DA FONTI RINNOVABILI MOBILITA' SOSTENIBILE PARTE TERZA.  TERRITORIO  AMBIENTE NATURALE CASA E URBANISTICA GESTIONE DEI RIFIUTI CICLO DELL'ACQUA E RISORSE IDRICHE PARTE QUARTA. FORMAZIONE, EDUCAZIONE, UNIVERSITA'.  SCUOLA FORMAZIONE CONTINUA  E UNIVERSITA' EDUCAZIONE CIVICA, ANTIMAFIA, ANTIFASCISMO PARTE QUINTA -SANITA' E POLITICHE SOCIALI  SANITA POLITICHE SOCIALI PARTE VI  . CONTRASTO ALLA POVERTA', DIRITTI,  PARI OPPORTUNITA'. CONTRASTO ALLA  POVERTA' DIRITTI CIVILI E UMANI   DALLA PARTE DELLE DONNE PARTE VII. AUTONOMIA E DEMOCRAZIA   AU...